Il procedimento c.d. Minotauro ha visto dei soggetti calabresi, ma trapiantati in Piemonte, rispondere a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, ex art. 416 bis c.p., per avere creato una articolata struttura collegata direttamente al Crimine di San Luca anche al nord, dividendo le zone in locali sottostanti al gruppo “Crimine”, capeggiato dai fratelli Crea, originari di Stilo, piccolo paese della locride.
- Nel summenzionato procedimento l‘avv. Alessandro Bavaro, unitamente all’avv. Marco Tullio Martino, ha assunto la difesa di Candido Vito Marco nell’appello bis, proveniente da annullamento con rinvio da parte della Cassazione;
- L’appello ha visto la conferma della condanna con la mera modifica nella parte motivazionale, essendosi aggiunte contro il Candido le dichiarazioni del collaboratore di giustizia di Piscopio, Raffaele Moscato;
- Il ricorso in Cassazione è stato rigettato;
- Candido Vito Marco è stato tuttavia ritenuto non più socialmente pericoloso dal Magistrato di Sorveglianza di Reggio Calabria che ha revocato la libertà vigilata per anni tre, prevista in sentenza.